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Le celebrazioni petrarchesche dall’Ottocento a oggi

L’anniversario della morte del Petrarca (1974) vide un numero cospicuo di convegni mostre e altre manifestazioni culturali in varie città (Londra, Arquà Petrarca, Milano, Venezia, Roma, Arezzo, Firenze, Pavia, New York, Washington, Chapel Hill, Dubrovnik). La sola distribuzione geografica dei festeggiamenti è viva testimonianza, sia pure esteriore, di una rilevanza internazionale del personaggio celebrato. Alle manifestazioni seguì lentamente la pubblicazione dei cataloghi e degli atti in volumi talora di grande importanza1. È facile previsione che la risonanza mondiale nell’anniversario della nascita (20 luglio 2004) sarà ancora maggiore. Nel 1904 le manifestazioni furono numerose e per certi aspetti qualitativamente superiori a quelle del 1974. Anche a ricordo di quelle manifestazioni restano varie pubblicazioni. Ma l’iniziativa più importante fu certamente quella, presa dallo Stato Italiano con la legge 365 dell’11 luglio 19042, di istituire la “Commissione per l’Edizione Nazionale delle Opere di Francesco Petrarca”.

Il problema dell’edizione critica delle opere di Petrarca aveva agitato la cultura italiana dell’Ottocento. Erano stati fatti progetti e tentativi, si era dovuto incassare l’insuccesso di apprendere da stranieri quello che l’erudizione settecentesca aveva sempre saputo, cioè che dei Rerum vulgarium fragmenta si conservava l’autografo nella Biblioteca Vaticana. Ma aveva anche finalmente preso l’avvio un’edizione seria delle Familiari grazie a Giuseppe Fracassetti; e Giosue Carducci aveva in un alato discorso visto risolutamente nel Petrarca un fondatore della nazione italiana accanto al padre Dante3. Intorno al 1904 videro la luce anche alcune lodevoli edizioni di singole opere. Ma fu l’iniziativa legislativa che finalmente portò la questione entro il sicuro canale della responsabilità delle istituzioni dello Stato.

Nella storia che si avvia a diventare centenaria della Commissione per l’Edizione Nazionale delle Opere di Francesco Petrarca (d’ora in poi CNP) si sono succedute generazioni di studiosi di alta qualificazione scientifica: Vittorio Rossi, Pio Rajna, Guido Mazzoni, Remigio Sabbadini, Carlo Segré, Nicola Festa, Giovanni Gentile, Giorgio Pasquali, Concetto Marchesi, Carlo Calcaterra, Umberto Bosco, Guido Martellotti, Augusto Campana e, dei viventi, Giuseppe Billanovich. La Commissione ha finora prodotto l’edizione critica di quattro opere in sette volumi: pochi in relazione alla vastità del programma che ancora resta da attuare. Ma il laboratorio aperto dalla CNP è molto più ampio di quanto testimonino questi sette volumi: intorno all’edizione del Petrarca si sono infatti aperte ricerche poderose e vastissime come il Censimento dei codici del Petrarca; si sono create due riviste che hanno già prodotto venti volumi di studi; si è arricchito e affinato, forse persino rivoluzionato, il metodo filologico grazie all’acquisizione della questione delle varianti d’autore; si sono fatte clamorose scoperte di scritti sconosciuti del Petrarca, di suoi preziosi autografi, di volumi postillati della sua biblioteca; si sono prodotte edizioni provvisorie esemplari; si è immensamente dilatata la conoscenza della cultura trecentesca; si è arrivati alla consapevolezza della grande importanza delle postille del Petrarca ai suoi libri, postille che occuperanno nell’edizione nazionale circa venti nuovi volumi per l’addietro nemmeno immaginati. Per queste ragioni la CNP sente oggi il dovere di farsi promotrice di una serie di articolate manifestazioni da realizzarsi nell’anno 2004.

Significato delle celebrazioni del 2004

Se nel 1874 Petrarca poteva apparire come uno dei padri dell’Italia moderna, gli studi e le prospettive di oggi ce lo mostrano senza ombra di incertezze come un profeta dell’Umanesimo e dell’Europa. La sua opera latina è stata davvero fondatrice della nuova cultura umanistica e rinascimentale, quella cultura che ha rappresentato il momento più europeo della storia del nostro Paese. “Con la sua immensa dottrina, con la sua opera di poeta latino e di maestro di vita morale, con la sua straordinaria biblioteca di classici, con il fascino stesso della sua persona, Petrarca ha creato la prima ‘scuola’ umanistica: una scuola sui generis ramificata per tutta Europa, a Praga, Parigi, Firenze, Avignone, Napoli, Milano, Padova, Venezia, Roma, e costituita da uomini d’azione come Cola di Rienzo, scrittori come Boccaccio, artisti come Simone Martini, musici come Ludovico di Beringen, enciclopedisti come Pierre Bersuire, funzionari di stato come Barbato da Sulmona, giuristi come Pietro Piccolo da Monteforte, alti prelati e piccoli maestri di provincia. Il magistero del Petrarca si è esercitato fondamentalmente attraverso lo strumento universale del latino”4. Celebrare il Petrarca nel 2004 significherà verificare attraverso la figura di uno dei suoi massimi protagonisti l’identità della cultura moderna fondata sui valori e sull’eredità incatenata della civiltà classica-medievale-cristiana-umanistica-illuministica. Lo scambio poi a livello mondiale delle culture e l’accelerazione del processo di integrazione imporrà verisimilmente anche una prospettiva più ampia di quella tradizionalmente ristretta all’Europa. Poiché, se è prudente non attribuire alla civiltà occidentale il ruolo guida, non è eccessivo riconoscerle un posto decisivo nella storia. La crescita del numero delle traduzioni petrarchesche in tutti i paesi del mondo e la recente entrata del Canzoniere nelle lingue giapponese e cinese con imprese eroiche (quella giapponese di Kiyoshi Ikeda è stata premiata dall’UNESCO) testimoniano di un ‘bisogno universale di Petrarca’ e, se vogliamo, di rinnovato bisogno di umanesimo.

Michele Arcangelo Feo

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1 Biblioteca Medicea-Laurenziana, Mostra di codici petrarcheschi laurenziani. Firenze, maggio-ottobre 1974, Firenze 1974; Itinerari con Francesco Petrarca, Padova 1974; Petrarch Poet and humanist 1304-74. Catalogue of an exhibition held in the Bible Room, British Museum 14 June to 15 September 1974, London 1974; Petrarch in America. A survey of Petrarchan manuscripts, by M. JASENAS, New York, The Folger Shakespeare Library - The Pierpont Morgan Library, 1974; Il Petrarca ad Arquà. Atti del convegno di studi nel VI centenario (1370-1374), Padova 1975; Francis Petrarch, sic centuries later, edited by A. Scaglione, Chapel Hill-Chicago 1975; Omaggio di Pavia a Francesco Petrarca, a cura del Comune di Pavia, Pavia 1975; Petrarca, Venezia e il Veneto, a cura d G. Padoan, Firenze 1976; Convegno Internazionale “Francesco Petrarca” (Roma-Arezzo-Padova-Arquà Petrarca, 24-27 aprile 1974), Roma 1976 (Atti dei Convegni Lincei, 10); Petrarca i petrarkizam u slavenskim zemljama. Petrarca e il petrarchismo nei paesi slavi. Atti del convegno internazionale Dubrovnik, 6-9.XI.1974, a cura di F. Cale, Zagreb 1978; Francesco Petrarca citizen of the world. Proceedings of the World Petrarch Congress Washington, D. C., April 6-13 1974, Padova 1980.

2 “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia”, 21 luglio 1904, n° 170, pp. 3636-3637.

3 G. Carducci, Presso la tomba di Francesco Petrarca in Arquà il XVII luglio MDCCCLXXIV, Livorno 1874.

4 Cfr. Il Petrarca latino e le origini dell’umanesimo, “Quaderni petrarcheschi”, X (1993 [ma 1996]), p. 727.

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