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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali

Comitato Nazionale per le celebrazioni del
VII Centenario della nascita di Francesco Petrarca

Università degli Studi di Messina:
Dipartimento di Discipline Chirurgiche Generali e Speciali
Dipartimento di Studi Tardoantichi, Medievali e Umanistici
Dottorato di ricerca in Italianistica (Letteratura Umanistica)
Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici

Rotary Club di Patti - Terra del Tindari

Petrarca e la Medicina

Capo d’Orlando
Auditorium della Fondazione Piccolo di Calanovella
27-28 giugno 2003

Atti del Convegno

Presentazione degli Atti
 

 

venerdì 27 giugno 2003

ore 9,30

Inaugurazione del Convegno

 

Bent Parodi di Belsito, Presidente della Fondazione
Gaetano Silvestri, Rettore dell’Università di Messina
Michele Feo, Presidente del Comitato Nazionale
Maurizio Basile, Direttore del Dipartimento di Discipline Chirurgiche Generali e Speciali

 

ore 10,00

F. Rico, De divisione scientiarum. Petrarca e i canoni del sapere
L. Demaitre, «Vita brevis ars tamen prolixa»: forging a medical language

 

ore 11,00

Pausa caffé

 

ore 11,30

F. Bausi, Medicina e filosofia nelle Invective contra medicum
M. R. McVaugh, Petrarch and the waters


ore 12,30

Discussione

 

ore 17,00

M. Nicoud, Prendersi cura di se stesso: malato, medico e regimina sanitatis
N. Tonelli, Fisiologia e malattia nel Canzoniere

 

ore 18,00

Discussione

 

 

sabato 28 giugno 2003

ore 9,30

S. Gentile, Petrarca e gli auctores di medicina

F. Salmón, On whose authority? Ancient and contemporary voices in medical scholasticism

 

ore 10,30

Pausa caffé

 

ore 11,00

M. Veglia, Medicina, averroismo e amor cortese tra Boccaccio e Petrarca

P. Jones, Picturing Medicine in the age of Petrarch

 

ore 12,00

Discussione

 

ore 16,30

T. Pesenti, «Patavi autem duo». Il secondo medico padovano del Petrarca

 

ore 17,00

Pausa caffé

 

ore 17,30

M. Berté - S. Rizzo, Le Senili mediche

K. Bergdolt, Precursori ed epigoni nella polemica petrarchesca contro i medici

 

ore 18,45

Discussione

 

V. Fera - T. Pesenti, Conclusioni

 

 

Informazioni presso il Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici dell’Università di Messina
Tel. e Fax. 090 6764502
e-mail: fera@unime.it

Francesco incontra Medicina. Un dialogo riuscito a Villa Piccolo.

La Villa bianca, posta a picco sulla pianura di Capo d’Orlando, dove il “barone magico”, come Vincenzo Consolo definisce Lucio Piccolo, ha consumato l’esperienza di una poesia ‘aristocratica’ intrisa della “natura dolce e panica, misteriosa, concreta ma mutevole” della sua terra, ha ospitato nei giorni 27 e 28 di un giugno rovente il Convegno internazionale su “Petrarca e la Medicina”, promosso nell’ambito dell’Università di Messina dal Dipartimento di Discipline chirurgiche generali e speciali, diretto dal prof. Maurizio Basile, e dal Dottorato di ricerca in Italianistica (Letteratura umanistica), coordinato dal prof. Vincenzo Fera, sotto l’egida del Comitato Nazionale per il settimo centenario della nascita di Francesco Petrarca, il cui Presidente, prof. Michele Feo, non ha mancato di far giungere la sua riflessione sul senso dell’iniziativa nel quadro delle manifestazioni petrarchesche.

“Ma il fuoco non è sempre inferno”, per usare un verso del poeta, e l’afa, che pure ha reso indecifrabile dal poggio di Villa Vina il profilo delle Eolie, stendendo sull’orizzonte un velo lattiginoso, non è riuscita a intaccare l’interesse che ha accompagnato lo svolgimento dei lavori. Succede non di rado che incontri a carattere interdisciplinare finiscano per risolversi nella celebrazione di liturgie distinte, in cui ciascuna disciplina si flette su se stessa, i propri strumenti, le proprie prospettive, senza attivare un reale tavolo di confronto. Così non è stato nelle due intense giornate orlandine, che hanno visto storici della medicina antica e filologi di area medioumanistica interrogarsi sul ruolo della medicina nel sistema medievale delle artes, sul suo impatto nella sfera socioculturale, sulle ragioni di una contrapposizione tra arti liberali e arti meccaniche che, angolata dal punto di vista del grande Trecentista, coinvolge in realtà una dimensione speculativa più ampia, include le varie articolazioni del pensiero filosofico-scientifico alle soglie dell’umanesimo, da cui dovevano essere poi impostate le linee stesse dell’epistemologia moderna.

Le relazioni hanno messo in luce vari filoni problematici, cui ha fatto da sapiente ouverture il contributo di F. Rico, della Real Academia di Spagna, che, offrendo una innovativa chiave di lettura alle enigmatiche liste di libri peculiares trascritte di mano del Petrarca nel codice Parigino Lat. 2201, da cui risulta già pienamente delineata una precisa consapevolezza dei vari domini delle discipline, ha come costituito l’architrave di tutta la materia affrontata nel Convegno. Il rapporto tra Petrarca e l’ars medica è stato così dissezionato seguendo sia il percorso teorico, con affondi sul piano delle implicazioni ideologiche delle sue posizioni (i risvolti filosofici di una polemica che è in linea col recupero di una dimensione cristiana, antiaristotelica, nel contributo di F. Bausi; la critica nei confronti delle auctoritates mediche come espressione di un atteggiamento contrario ad un uso improprio dell’eloquenza e della dialettica, nella relazione di S. Gentile), sia quello più squisitamente letterario.

Particolarmente interessante è apparso in questo senso il contributo di N. Tonelli, che ha rintracciato nell’ordito dei segni della malattia d’amore espressi nel Canzoniere il recupero di una fenomenologia descritta nella trattatistica medica coeva, e ciò non nel senso di un meccanico rilievo di ‘fonti’, ma come individuazione di un reticolo culturale che è circolarità in certa misura empatica tra i due universi del sapere letterario e scientifico. Una linea questa della malattia sub specie letteraria che ha trovato ulteriore innesto nel contributo di M.Veglia, centrato tra l’altro sul motivo del libro come remedium amoris nella narrativa boccacciana. Il nesso tra letteratura e biografia è stato poi esplorato nella serrata disamina delle Senili di argomento ‘medico’ ad opera di M. Bertè e S. Rizzo, mentre si devono a T. Pesenti nuove ricognizioni su profili di medici di ambiente padovano vicini a Petrarca.

Tutta una rete dunque di  proposte critiche di inedita rilevanza, cui gli storici della medicina hanno prestato adeguato controcanto, mettendo in gioco una serie di tessere utili per approdare ad una visione a tutto tondo delle questioni aperte. Come T. Pesenti ha suggerito nelle conclusioni, da questo versante più tecnico è stato possibile cogliere i frutti di un avanzamento degli studi che consente oggi di inquadrare il Trecento quale autentico momento della rifondazione dei saperi dopo l’età della scolastica. Sono stati dunque opportunamente evidenziati i modi di formazione di un linguaggio medico tra metafora e letteralità (L. Demaitre); eziologia, diagnosi e cura di un male che ha a lungo tormentato Petrarca, la scabbia (M. R. McVaugh); le curve della diffusione di prodotti di una letteratura scientifica peculiare, quella dei regimina sanitatis (M. Nicoud); l’evoluzione di un concetto di auctoritas che si piega nelle scuole a servizio dei maestri (F. Salmòn); fino alle suggestive miniature dei libri di medicina illustrate da P. Jones, segno pregnante di un cambiamento delle funzioni del medico nella società medievale, o al rilevamento, prima e oltre Petrarca, di analoghe posizioni antimediche, collaterali alla polemica antigiuridica, giungendo ai prodromi del dibattito umanistico (K. Bergdolt).

Su questo sfondo,  che proietta la cultura medica di età medievale in una dinamica più  sfaccettata di quanto non risulti dalla cristallizzazione dello schema polemico, è possibile da questo momento leggere meglio le intime ragioni di un contrasto che, come lucidamente ha messo in evidenza V. Fera nelle conclusioni, impone di valutare in maniera meno stereotipata le resistenze intellettuali del Petrarca: nella sua lotta contro le auctoritates mediche andrà colta infatti la rivendicazione di un principio di verificabilità delle fonti, da esporre al correttivo della ratio e dell’experimentum, in cui non è azzardato intravedere una “larvata prefigurazione del metodo galileiano”.

Tra gli iris, le ortensie e le orchidee che hanno conosciuto le cure della baronessa Agata Giovanna, sorella di Lucio Piccolo, in un’atmosfera che serba intatte “blande/cadenze di memorie”, Franciscus - per riprendere un’immagine che ha suggellato la chiusura del Convegno - ha dialogato con Medicina. Da questo  dialogo è scaturita una proposta metodologica forte e insieme un monito per certo scientismo senz’anima proprio dei nostri tempi: la necessità che riprenda il colloquio con la filosofia morale e la dimensione alta e senza tempo dell’umanesimo.

 

Caterina Malta

 

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